Fourier
Un introduzione ai moti oscillatori
Ci sono molti fenomeni oscillatori in natura, per esempio, le onde
del mare, le maree, le pulsazioni cardiache, la corda vibrante di una
chitarra ecc. ed altre meno evidenti quali le molecole d'aria che con
la loro oscillazione ci permettono di percepire suoni e rumori.
Non solo i corpi dotati di massa ma anche la luce, le onde radio e
in generale le onde elettromagnetiche sono esempi di moti
oscillatori.
Tutti questi tipi d'onda non trasportano materia ma energia, basti
pensare alle onde marine quando muovono un oggetto galleggiante,
questo non si sposta in direzione delle onde ma in direzione
perpendicolare a quella delle onde, su e giù, e per tale
motivo questo tipo di onde sono definite come onde trasversali. In
genere lo studio dei fenomei oscillatori interessano l'acustica,
l'elettrotecnica, la meccanica delle vibrazioni, l'astronomia e molte
altre scienze.
Un segnale sonoro solitamente viene rappresentato con un grafico
cartesiano avente in ascissa il tempo e in ordinata i valori
istantanei dell'ampiezza che indica un aumento dalla pressione
atmosferica (in atm.) o un abbassamento della stessa, in quest'ultimo
caso si osserva il fenomeno di rarefazione dell'aria (si ricordi che
il suono si propaga anche in mezzi più densi come l'acqua,
metalli ecc.).
In acustica si distingue il suono dal rumore per la perturbazione
prodotta giacché un suono è prodotto da una vibrazione
periodica mentre il rumore no.
Vedremo che questo fenomeno periodico, come quello delle onde
elettromagnetiche verrà associarlo ad una funzione
periodica.
Iniziamo col riportare i diagrammi delle note musicali prodotte da un flauto,
strumento musicale considerato fra i più "puri" poiché la sua
rappresentazione grafica mostra la sinuosita' regolare (piu'evidente nel La),
al contrario di altri strumenti le cui onde periodiche hanno un andamento molto
più complesso (timbro diverso) ma pur sempre periodico.
Il Periodo:
Il periodo T è quell'intervallo di tempo tale per cui la
vibrazione si ripete con perfetta regolarità, possiamo anche
dire che è il tempo necessario all'onda per percorrere la
distanza di una lunghezza d'onda.

Diremo che una funzione f(x) di dominio D si dice periodica
di periodo T se per qualunque x in D (dominio) e per qualunque k in
Z si ha che x+kT appartiene a D e T è il più
piccolo reale positivo per cui si verifica l'uguaglianza.Quindi se
f(x) ha un andamento sinusoidale questo si ripete al variare di k in
Z.
La frequenza:
E' il numero che indica la quantità di oscillazioni
complete al secondo compiute da f(x) e si indica con la lettera
v (ni), si misura in Hertz (Sistema Internazionale - Hz) per
cui un Hz corrispondono ad n oscillazioni al secondo, in formula la
frequenza si indica con

Quindi osservando la formula, all'aumentare del periodo T
diminuisce la frequenza.
Rifacendoci al fenomeno del suono e in particolar modo alla voce
maschile e femminile, ciò che fondamentalmente determina la
maggior acutezza della voce, ossia l'altezza del suono,
è proprio la frequenza. Infatti la frequenza nella voce
maschile varia tra i 100 e 125 Hz mentre per quella femminile tra i
200 e 250 Hz. Diremo quindi che quest'ultima ha un altezza (da non
confondere con l'intensità o volume del suono) che è
circa il doppio di quella maschile. Similmente analizzando i 7 Do
presenti nella tastiera di un pianoforte notiamo che il primo Do, il
più grave ha una frequenza di 32 Hz (la corda del pianoforte
oscilla 35 volte al sec) che è proprio la metà del Do
successivo, e questo è metà del terzo e cosi via...
Do della prima ottava
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32 Hz
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Do della prima ottava

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Do della seconda ottava
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64 Hz
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Do della terza ottava
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128 Hz
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Do della quarta ottava
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256 Hz
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Do della quinta ottava
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512 Hz
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Do della seconda ottava

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Do della sesta ottava
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1024 Hz
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Do della settima ottava
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2048 Hz
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Do dell'ultima ottava
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4096 Hz
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La Pulsazione
Si indica con wè data da: 
In un moto circolare uniforme corrisponde alla velocità
angolare, come si può notare differisce per il fattore
2
e si misura in rad/sec
L'Ampiezza
E' il carattere che distingue i suoni forti da quelli deboli.
Notiamo la differenza se ascoltiamo una nota a 10 metri o a 10 cm di
distanza dalle corde di un piano oppure se battere il tasto con
minore o maggiore forza. Se riportassimo nel nostro diagramma la
stessa nota (La) ma con le 2 intensità sovrapposte
otterremmo:

Il periodo (T), la frequenza (v) e la pulsazione (w)
sono legate tra loro, cioè basta conoscere una di queste
quantità per ottenere le altre due. L'ampiezza diversamente
rimane indipendente: 
Il Timbro e Fourier
Cos'è che distingue un La emesso da un flauto e un La
emessa da un armonica a bocca? Due strumenti musicali possono avere
la stessa frequenza e la stessa ampiezza ma ciò che distingue
fondamentalmente un suono da un altro è il timbro ossia la
diversa forma d'onda, la diversa variazione di pressione nel mezzo in
cui si propaga; in altri termini in un diagramma pressione-tempo tali
variazioni (in sec.), prodotte per esempio da un armonica a bocca,
possono essere schematizzate così:

Quel che vediamo è un oscillazione periodica NON
sinusoidale. Quest'ultimo termine lo ripeteremo spesso nel testo e ne
daremo una definizione in notazione trigonometrica e successivamente
in forma complessa.
Come potremo esprimere numericamente diversi
timbri e in generale la forma di un'onda?
Con gli strumenti fin qui descritti possiamo solo quantificare la
frequenza, l'ampiezza, ma non possiamo dire niente sulla forma
d'onda, anche di natura elettromagneticha, se non con l'aiuto di
Fourier.
© C o p y r i g h
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